Problemi di fertilità

COSA E’ L’INFERTILITA’ DI COPPIA

L’infertilità di coppia è una involontaria riduzione della capacità di concepire una gravidanza rispetto alla media generale della popolazione, mentre con il termine sterilità si intende la completa impossibilità di concepire. Le donne raggiungono il picco di fertilità intorno ai 25 anni che diminuisce dopo i 30 per ridursi drasticamente dopo i 40 anni. Secondo le statistiche, tra le coppie non fertili che si rivolgono a trattamenti medici , circa la metà riesce a concepire.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’INFERTILITA’ DI COPPIA?

L’infertilità può essere causata sia da fattori maschili che femminili e più raramente dalla combinazione di entrambi. Le cause più comuni sono:

    • disfunzioni ovulatorie e alterazioni del ciclo mestruale che si possono verificare in presenza di alcune malattie, quali la sindrome dell’ovaio policistico, l’amenorrea da disturbi alimentari o da stress psico-fisico;
    • malattia pelvica femminile causata soprattutto da infezioni come la gonorrea o la Clamydia, l’endometriosi o la malattia infiammatoria pelvica;
    • anomala produzione di liquido seminale e sperma nell’uomo con un numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale troppo basso oppure con spermatozoi poco mobili o morfologicamente anomali.

OPZIONI TERAPEUTICHE PER LA CURA DELL’INFERTILITA’

L’obiettivo delle cure contro l’infertilità è quello di consentire una gravidanza con la nascita di un bambino sano e i trattamenti dovrebbero ridurre al minimo i disagi fisici e psicologici per la coppia.

Se l’infertilità è causata da obesità, la perdita di peso è la terapia meno costosa e più efficace considerando anche che l’obesità spesso causa la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS ) che provoca una diminuzione dell’ovulazione. La perdita di peso e un cambiamento dello stile di vita verso un’alimentazione più sana e adeguata è senza dubbio la scelta migliore.

Se il problema dell’infertilità è legato a problemi dell’ovulazione, il trattamento d’elezione prevede l’induzione farmacologica dell’ovulazione che però non andrebbe tentato se la paziente soffre di disturbi tiroidei. L’ovulazione può essere indotta con differenti terapie farmacologiche quali:

        • il clomifene citrato è il farmaco più comunemente utilizzato e induce l’ovulazione in circa l’80% delle donne trattate. La terapia con il clomifene deve iniziare il terzo-quinto giorno dall’inizio della mestruazione e trascorsi 5-12 giorni si consiglia alla coppia di avere rapporti a giorni alterni;
        • il letrozolo e l’anastrozolo che sono inibitori di un enzima chiamato aromatasi. Questi farmaci vengono prescritti per il trattamento del carcinoma mammario nelle donne in post menopausa ma sono efficaci anche per indurre l’ovulazione nei casi resistenti alla terapia con clomifene;
        • terapia a base di gonadotropine che sono efficaci per indurre l’ovulazione nei casi di cicli anovulatori. Il trattamento con le gonadotropine determina gravidanze multiple in circa il 30% mentre nel 5% sono gravidanze trigemine o plurigemellari;
        • farmaci agonisti della dopamina come la bromocriptina e la cabergolina che inducono l’ovulazione nelle donne affette da iperprolattinemia.

Le tecniche chirurgiche sono riservate per es. nel trattamento dell’endometriosi perché nessuna terapia medica è in grado di incrementare il tasso di concepimento, la chirurgia laparoscopica è l’intervento d’elezione. Dopo l’intervento il 50-60% delle donne con endometriosi moderata riuscirà a concepire ma solo il 30% circa di quelle affette da endometriosi grave.

Un’altra tecnica largamente utilizzata è l’inseminazione intrauterina che è un trattamento semplice e relativamente economico. L’età è un fattore determinante per il successo infatti al di sopra dei 40 anni i tassi di gravidanza sono molto bassi.

Le tecniche di riproduzione assistita, invece, sono indicate nelle coppie con patologia tubarica, endometriosi, disturbi nella produzione o nel trasporto degli spermatozoi e consistono nella manipolazione dello spermatozoo e dell’ovocita fuori dal corpo umano. Anche in questo caso l’età gioca un ruolo fondamentale perché al di sopra dei 40 anni le probabilità di successo scendono fino al 10% circa.

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